Corpo mio, ti amo e ti odio

Care amiche, sarebbe molto ingiusto da parte mia se ora, con questo articolo, tentassi di convincervi che l’adolescenza è un periodo felice, pieno di novità e piaceri. Tutte siamo state adolescenti e, nonostante il fatto che guardandosi indietro ciascuno riesca a vedere diversi bei momenti, bei rapporti e grandi soddisfazioni, è innegabile che sia da considerare un concentrato di emozioni e cambiamenti non sempre facili da accettare.

Primo fra tutti, il problema del corpo che cresce e che si trasforma. Non siamo più bambine, cominciano a formarsi le prime curve, a spuntare i primi segni che fanno intuire le donne che saremo. Ma è tutto ancora incerto e guardandoci allo specchio molto spesso quello che vediamo non ci piace affatto. Qualcuna vorrebbe tornare indietro, potrebbe barattare qualunque cosa in cambio del proprio “vecchio” e conosciuto corpo di bambina. Qualcuna, invece, non vede l’ora di diventare donna a pieno titolo e comincia già a portare tacchi più alti e reggiseni imbottiti. Nulla di strano in entrambi i casi.

Il fatto è che veniamo bombardati ogni giorno da immagini di donne perfette che sembrano nutrirsi di aria e vivere in pace con l’Universo: riviste di moda, vetrine di negozi, pubblicità, tutto all’insegna della lotta contro il centimetro di troppo, compreso l’uso di Photoshop quando necessario. E allora lo scontro con l’immagine che vediamo riflessa allo specchio non può che essere devastante: fianchi troppo larghi, pancia gonfia, seni troppo piccoli o troppo grandi. Non parliamo poi dell’imminente prova costume! Perché se ho visto il bikini appena acquistato indossato dalla modella del cartellone pubblicitario, è abbastanza prevedibile che quando sarò io ad indossarlo l’effetto sarà ben diverso: nulla vieta, però, che potrebbe comunque essere accettabile, anche se non sono una taglia 38. Perché, care amiche, la realtà che ci circonda è fatta di ragazze che combattono ogni giorno per somigliare a quel modello di bellezza, che ci fanno credere essere la meta da raggiungere. Ma se provassimo per un attimo a pensare al nostro corpo in maniera meno negativa, se provassimo a guardarlo in modo realistico… beh, magari potremmo anche non amarlo follemente, potremmo vedere e cercare di modificare quelli che potrebbero essere piccoli difetti. Ma accettare che, nonostante tutto, quello è il corpo con cui vivremo tutta la nostra vita e che è ciò che ci caratterizza, che ci distingue dagli altri, che ci fa essere proprio noi e non l’imitazione di qualcun altro, forse potrebbe aiutarci a vivere meglio.

Non possiamo competere con i miti della bellezza che ci propinano tutti i giorni i mass media, sarebbe una partita persa in partenza. Possiamo però provare a smorzare quella tendenza all’autocritica feroce cui ci sottoponiamo continuamente e pensare che la bellezza, prima di essere esteriore, è qualcosa che viene da dentro di noi.

Vi lascio con le parole tratte da una poesia di Sonya Renee, poetessa femminista, che ha scritto “The Body Is Not an Apology“, divenuto un inno alla bellezza, quella autentica.

Il corpo non è una richiesta di perdono.

Non è una calamità.

Il corpo non è un test di matematica.

Il corpo non è una risposta sbagliata.

Il corpo non è una bocciatura.

Tu non stai fallendo.

Il corpo non è un vuoto, un buco da riempire o da cui spingersi fuori.

Non è una cosa rotta da aggiustare o da buttare via.

Il corpo non è una prigione, non è una sentenza da scontare.

Il corpo non è una richiesta di perdono.

Non dare il tuo corpo come un dono, ricevilo invece come tale.

Celebralo.

Perché si piega, si attorciglia, cade e si rialza,

cade e si rialza.

Leave a Comment