L’adolescenza “Non si dimentica”: intervista a Emanuela Reviezzo

 Il singolo “Non si dimentica”, prodotto artisticamente dal Maestro Umberto Iervolino è in radio dal 5 maggio. Il brano, interpretato da Emanuela Reviezzo, racconta della transizione dall’adolescenza all’età adulta. Conosciamo insieme questa giovane promessa della musica

 

Come nasce la tua passione per la musica e quando hai mosso i tuoi primi passi in questo mondo?

Fin da bambina ho sempre avuto una passione innata per la musica. Passavo ore a cantare sul mio balcone e molte persone si fermavano ad ascoltarmi: la mia vicina di casa era talmente stanca di sentirmi, che consigliò ai miei genitori di iscrivermi a una scuola di canto, in modo che potessi sfogare questa mia passione altrove. Così ho iniziato a studiare canto e da otto anni collaboro con Lighea, con cui tra l’altro ho composto il testo del singolo “Non si dimentica”.

Il tuo brano parla della perdita dell’innocenza, quel delicato momento di transizione all’età adulta. Puoi raccontarci perché hai scelto di trattare proprio questo tema?

Sono sempre stata una ragazza profonda rispetto alla mia età: l’idea di questo brano mi venne a diciotto anni, nel momento in cui ero nel corso della transizione all’età adulta. In quel periodo avevo molti timori e vivevo emozioni contrastanti. Due anni dopo posso dire che quelle emozioni sono ricordi felici, che voglio trasmettere,per condividere con gli altri ciò che ho provato in quel momento e sperando possa essere d’aiuto a chi lo sta attraversando. Per questo il brano è un mix di soul e pop, per la sua natura ambivalente.

Sappiamo che studi biologia all’Università. Riesci a conciliare l’impegno universitario con quello musicale?

È molto difficile, ma ci provo. Ovviamente non riesco a seguire le lezioni, studio da sola a casa e questo mi rallenta molto, però porterò a termine anche questo percorso.

Quali sono gli artisti che ammiri e a cui ti ispiri per comporre la tua musica?

Ho un debole per Amy Whinehouse, è la mia musa da sempre. Devo dire però che non ho un genere musicale preferito, ascolto di tutto.

In base alla tua esperienza quali sono i lati negativi della vita di un’artista?

Bisogna studiare sempre, senza credersi mai arrivati, perché c’è sempre qualcuno più bravo di te. Diciamo che l’impegno richiesto è molto elevato, ma se hai la passione dalla tua parte certe rinunce pesano meno.

Sei soddisfatta del percorso fatto fino ad ora e quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Sì sono contenta. Quest’anno sono riuscita ad arrivare allo step finale di Area Sanremo, vincendo una borsa di studio, assegnatami dalla Believe Digital, che va ai 5 artisti più meritevoli tra 70 finalisti.  Al momento sto scrivendo dei brani che spero di poter presentare a breve, ma non ho nulla di programmato. Di una cosa però sono certa: voglio fare della musica tutta la mia vita. So che è difficile ma è ciò che più mi realizza: sul palco mi sento realmente me stessa. Insomma per il mio futuro sogno di alzarmi la mattina dal letto, magari a cinquant’anni, potendo dire “che bello, stasera ho un concerto”.

 Tra i tanti impegni, c’è spazio per le amicizie e per l’amore?

Al momento non ne ho bisogno perché ho da poco chiuso una relazione. Sono distrutta da questa esperienza, ma almeno c’è un lato positivo: ho molta ispirazione per scrivere i miei testi.

La tristezza si sa, è da sempre fonte d’ispirazione per gli artisti, come diceva Tenco. Possiamo chiederti perché è finita?

Non andavamo d’accordo, non ci capivamo abbastanza e comprendersi a vicenda è importante, sopratutto nei momenti di difficoltà. Nonostante tutto credo ancora nel principe azzurro: l’amore esiste e arriverà anche per me.

Se dovessi dare un consiglio a una ragazza che, come te, sogna di fare della musica il proprio mestiere, cosa gli diresti?

Le consiglierei di non essere troppo competitivi, perché la musica è mettere a nudo se stessi e la propria anima, portando la propria personalità sul palco senza superbia e senza imitare gli altri: diamo il massimo solo quando siamo noi stessi. E, come dicevo prima, di non sentirsi mai “arrivati”, ed anzi studiare e sperimentare sempre.

Qui il brano, tutto da ascoltare!

 

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