Le 10 regole per sconfiggere “l’ansia da prestazione” sul palco di Sanremo e nella vita di tutti i giorni

Il peso dello sguardo di milioni di occhi pronti a giudicare e la tensione che precede l’esibizione preparata a lungo possono fare brutti scherzi ai concorrenti che in questi giorni si stanno esibendo sul palco dell’Ariston.

Ma non sono soltanto gli artisti a soffrire di “ansia da prestazione”… Può capitare a tutti di essere sopraffatti dall’emozione e di non riuscire a rendere come avremmo voluto: a scuola, in un colloquio di lavoro, davanti a quel compagno che ci piace tanto…

Per dare il meglio di sé e lasciare il segno Marina Osnaghi, prima master certified coach in Italia, ha stilato un decalogo di consigli, sotto forma di “reminder”, da utilizzare dentro e fuori dal palco.

È successo ad Alex Britti nel 2001 con “Sono Contento”, nel 2015 a Gianna Nannini con “Sei nell’anima” a un Raf sottotono nella cover di “Rose Rosse”, nel 2016 a Gianluca Grignani con “Sogni infranti” e a Neffa con “Sogni e nostalgia“, fino alla stonatura di Fiorella Mannoia nella scorsa edizione durante l’interpretazione di “Che sia benedetta”. Anche i veterani dell’Ariston possono soffrire di ansia da performance che cresce con l’approssimarsi dell’esibizione davanti a milioni di italiani e incorrere in errori che possono anche compromettere una carriera. Ma come superare questa impasse e presentarsi sul palcoscenico della vita lasciando tutti a bocca aperta dopo aver dato il meglio di sé?

Secondo la coach Marina Osnaghi «il fallimento è pesante mentre il successo è bellissimo e desiderato. Eppure entrambi possono essere riassunti in un solo concetto: il peso della performance».

«Essere all’altezza del risultato e delle aspettative non è facile, – continua Marina –  viviamo in un mondo che cerca di eludere in tutti i modi le sconfitte e privilegiare le vittorie, con modelli sociali che esaltano la capacità dell’individuo di compiere performance strabilianti ed ottenere il plauso generale, fama e denaro. E inaspettatamente, il peso è uguale e contrario, sia che si vinca sia che si perda. Se hai successo devi continuare ad averlo, se fallisci hai fatto male e devi assolutamente smettere. Le aspettative, personali e degli altri, sono in agguato; incarnate da chi osserva e giudica. Ma succede anche in ambito lavorativo e a scuola: le aspettative sono sempre alte e si vorrebbe sempre essere dei vincenti, mentre siamo esseri umani che hanno diritto di sbagliare o vincere».

Ecco 10 reminder da ripetere prima di affrontare una difficoltà, per avere un effetto concreto e potente su ogni stress:

1. Sono ciò che sono, non ciò che faccio: soprattutto non sono ciò che il mondo esterno mi dice che devo essere.

2. Sono un soggetto e non un oggetto, l’impegno a fare del mio meglio e cercare la vittoria è un must: eppure più del mio meglio non posso fare.

3. Le situazioni sono sempre sia bianche sia nere con molte sfumature in mezzo: ricercare gli assoluti difficilmente corrisponde alla vita vera.

4. Nella più grande gioia può esserci tristezza e viceversa: è nella natura dell’esistere.

5. Le critiche e le lodi a volte sono affrettate e soggettive: dall’esterno il “fare” di un altro sembra sempre più facile di quel che è.

6. Cosa posso perdonarmi oggi? Non posso essere perfetto e gli errori sono l’unico modo per apprendere: devo fare esperienza e rischiare l’errore, solo così posso sentirmi esperto.

7. Avere paura o provare emozione è normale, le emozioni mi spronano a fare, senza non sono in grado di agire: do il benvenuto a me, così come sono, alle persone che ho di fronte, alla sfida che ho davanti.

8. Il successo pesa quanto la sconfitta: il dovere di far bene è una voce che non si spegne mai nel nostro retro cranio. Specialmente in posizioni di responsabilità o di grande visibilità mediatica.

9. Cosa mi sta mettendo in crisi? Nei momenti di critica cerca di fare qualcosa, anche piccolo, che ti aiuti ad uscire dai guai: qual è il primo passo da fare?

10. Dopo ogni esperienza chiediti “cosa ho imparato che mi può essere utile per il futuro? Cosa voglio rifare di quello che ho fatto? Cosa voglio smettere di fare perché non serve?”

Leave a Comment