Yusra, da un barcone in fuga dalla Siria alle Olimpiadi di Rio

Tra 24 ore prenderanno ufficialmente il via, in Brasile, le Olimpiadi di Rio. Un evento unico al quale, per la prima volta nella storia dei Giochi, prenderà parte una squadra molto speciale. Il CIO, Comitato Olimpico Internazionale, ha infatti deciso di creare il Team dei Rifugiati. Sempre più spesso si sente dire che l’integrazione passa anche attraverso lo sport: per 10 ragazzi, in fuga da Paesi e situazioni più grandi di loro, il sogno si è finalmente realizzato. “Questi rifugiati non hanno casa, non hanno una squadra né una bandiera o un inno” ha detto il presidente del CIO Thomas Bach, “Noi offriremo loro una casa nel villaggio olimpico, insieme a tutti gli altri atleti del mondo. E per loro sarà suonato l’inno olimpico, mentre la bandiera delle Olimpiadi sventolerà per rappresentarli”. E proprio dietro la bandiera olimpica, i 10 atleti che compongono questa squadra della speranza, sfileranno nella cerimonia di apertura allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro. Tra loro, anche Yusra Mardini, protagonista di una storia che assomiglia a una fiaba moderna.

Yusra ha 18 anni, è nata in Siria e come molti altri suoi coetanei è stata costretta a crescere molto in fretta. Insieme a sua sorella Sarah e alla sua famiglia, dopo aver perso la casa e tutto ciò che possedevano, lasciano Damasco attraversano il Libano e la Turchia fino a imbarcarsi, pagando gli scafisti, per la Grecia. Come accade sempre, però, il loro “traghetto” non è altro che un vecchio gommone sovraccarico di rifugiati che ben presto inizia a imbarcare acqua. Yusra, isieme a sua sorella e a un altro viaggiatore, sono gli unici a saper nuotare. I tre si buttano in acqua e per tre lunghissime ore nuotano, aggrappandosi di tanto in tanto ai bordi del gommone, fin quando finalmente, riescono ad approdare sulle coste dell’isola greca di Lesbo. Un viaggio infinito e una fatica, quella delle due ragazze del loro compagno di traversata, che gli ha permesso di iniziare una nuova vita e di salvare quella degli altri migranti a bordo del gommone.

Da Lesbo Yusra e la sua famiglia raggiungono la Germania dove le due ragazze entrano in contatto con il Wasserfreunde Spandau 04, un club di nuoto locale nel quale le due ragazze migliorano e crescono a vista d’occhio. E adesso il sogno di Yusra si sta per avverare: questa sera, durante l’apertura dei Giochi Olimpici, sfilerà dietro la bandiera olimpica in attesa di scendere in acqua e gareggiare.

Il nuoto le ha salvato la vita, ora non resta che dirle in bocca al lupo, Yusra!

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