Caro papà…

Il 19 marzo c’è stata la festa del papà. Chissà quante di voi avranno postato su Facebook la loro foto con “l’unico uomo della mia vita”, come spesso viene definito. E quante altre avranno considerato questa festa come inutile, insensata, magari perché il loro papà non è proprio il migliore del mondo, come scrivono le amiche sui social. Eh già, perché non sempre i genitori sono esattamente come li vorremmo, anzi a volte sembra che ci provino gusto a non corrispondere minimamente ai nostri desideri! 

Sarà che, come dicono i grandi, essere genitori è molto difficile, sarà che ad un certo punto crescendo ci si dimentica di essere stati adolescenti e si fatica a ricordare le emozioni, i desideri, i problemi di quando si vive una certa età. Il fatto è che convivere e condividere con madri e padri a volte è davvero un’impresa impossibile perché sembra di parlare una lingua diversa. Ma forse è possibile rimediare modificando qualche piccolo atteggiamento. «E perché mai – vi chiederete, care amiche – dovremmo essere noi a fare il primo passo e andargli incontro?». In effetti, non si tratta di comprenderli ma semplicemente di accettare il fatto che per loro non è facile avvicinarsi a voi, che siete in un momento complicato e di grandi cambiamenti. Non siete più bambine, avete cominciato a parlare di fidanzati, ciclo, gambe da depilare. Immaginate quanta fatica possa provare un padre di fronte alla sua “non-più bambina”, che resterà comunque la sua bambina per sempre!
E, in effetti, è proprio per tutte queste ragioni che adesso più che mai avete bisogno della loro vicinanza. Che cosa fare se il loro essere impacciati non gli permette di starvi accanto? Si tratta solo di piccoli gesti, che possono aiutarvi – e aiutarli – a trovare un buon equilibrio: ad esempio, perché non dirglielo? Chiedetegli di passare del tempo insieme, qualche momento in cui mettete da parte i vostri smartphone e i vostri impegni e decidete di fare qualcosa: andare a prendere un gelato, mangiare una pizza, portare al parco il cane. È chiaro che vostro padre non è un amico, ma è un punto di riferimento, un adulto che vi vuole bene e si prende cura di voi. Può essere un rifugio nei momenti difficili, anche quando non vi va di aprirvi e avete solo bisogno di un abbraccio. C’è e ci sarà, anche quando il lavoro lo porterà lontano da casa o quando litigherà con mamma e non avrà tanta voglia di parlare. Lui, in ogni caso, è il vostro papà.

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