Fashion Revolution Week

Da oggi e fino al 24 aprile torna Fashion Revolution Week, la campagna internazionale nata per promuovere un’industria della moda più etica e giusta, coordinata in Italia dalla stilista Marina Spadafora e sostenuta da Altromercato. Obiettivo: chiamare  a raccolta tutti coloro che vogliono creare un futuro etico e sostenibile per la moda, chiedendo maggiore trasparenza durante tutta la filiera fino al consumatore finale.

La campagna pone a tutti una semplice domanda: “Chi ha fatto i miei vestiti?”. Per rispondere basterà indossare gli abiti al contrario, con l’etichetta bene in vista, fotografarsi e condividere le foto attraverso i social media (Facebook, Twitter, Instagram) con l’hashtag #WhoMadeMyClothes, taggando i grandi marchi della moda e condividendo le loro risposte. A questo link si può scoprire cosa fare per partecipare.
Durante la settimana, in 86 Paesi del mondo, si succederanno eventi e iniziative per sostenere un grande, unico messaggio di giustizia e celebrare la moda come forza di cambiamento, mostrando il proprio sostegno a chi vuole creare filiere trasparenti, etiche e giuste. A essere coinvolti saranno tutti coloro che operano nel mondo della moda, dai coltivatori di cotone ai lavoratori delle fabbriche, dai grandi marchi ai negozi di abbigliamento, dai consumatori agli attivisti.

Fashion Revolution nasce in Gran Bretagna da un’idea di Carry Somers e Orsola De Castro, pioniere del fair trade, per ricordare l’anniversario della strage di Rana Plaza a Dhaka, in Bangladesh, dove nel 2013 hanno perso la vita 1133 operai del tessile. In Italia la campagna è coordinata dalla stilista Marina Spadafora, ambasciatrice di una moda etica e sostenibile, con Virginia Pignotti, Laura Tagini e Carlotta Grimani, ed è sostenuta da Altromercato – la maggiore organizzazione di Commercio Equo e Solidale in Italia – insieme alle Botteghe del Mondo su tutto il territorio nazionale.
Sarà questa un’importante occasione per promuovere una maggiore consapevolezza di tutto quello che c’è dietro ai vestiti che indossiamo e dell’impatto della moda in ogni sua fase di produzione. Messaggi che vogliono dimostrare come un nuovo modello economico e un consumo responsabile siano possibili, attraverso la valorizzazione di realtà che realizzano capi praticando una filiera etica, come avviene nel Commercio Equo e Solidale.

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